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Tuesday, 23 October 2018


Tutti a Locarno conoscevano Gaby Antognini, rappresentante del Partito del Lavoro in Consiglio Comunale per 17 anni. E a tutti Gaby aveva detto che avrebbe lasciato la sua casetta in via Varenna al suo Partito, appunto il PdL. Alla sua morte i parenti trovarono un biglietto scritto a mano nel quale si diceva che la casa doveva andare al PdL e così fu. A seguito del cambiamento del nome da PdL in PC (Partito Comunista) nel 2009 al registro fondiario la casa venne iscritta come proprietà “del PC sezione del Partito Svizzero del Lavoro” (PSdL). Nel gennaio del 2013, l’allora e tuttora segretario del PC Massimiliano Ay, decise senza consultare nessuno, di togliere dal registro fondiario la precisazione “sezione del PSdL”. Lo fece in perfetta malafede, furbescamente, tenendo tutti all’oscuro, forse prevedendo scontri futuri con il partito nazionale. Infatti, quasi due anni dopo la sezione del PC fu espulsa dal PSdL in quanto non rispettosa degli statuti. Chi non volle seguire il destino settario e solitario del PC fondò un mese dopo una nuova sezione del PSdL chiamandola Partito Operaio Popolare (POP) e reclamando la casa Gaby. Fu solo allora che si scoprì la cancellazione da parte di Ay dal registro fondiario della dicitura “sezione del PSdl”.

Dopo una nostra denuncia e dopo quasi tre anni il giudice, con una sentenza di 20 pagine e citando innumerevoli articoli e varia giurisprudenza ha assegnato la casa al PC.

Non abbiamo fatto ricorso per motivi finanziari, costretti così ad accettare il complicato verdetto sostenuto da infiniti cavilli giuridici. In sostanza, siccome Gaby nel suo biglietto aveva scritto “La casa deve andare al PdL” omettendo “sezione del PSdL” poiché per lei del tutto implicito, il giudice ha deciso che non per forza la casa doveva andare alla legittima sezione cantonale del PSdL e cioè al POP.

Per questo riteniamo di essere stati “derubati legalmente”dai ragazzotti del PC, come li ha definiti qualcuno.

La nostra compagna Gaby Antognini era stata scelta come personalità da mettere sulla tessera del 2007 del PSdL. Noi che l’abbiamo conosciuta sappiamo che non avrebbe seguito l’attuale PC nella sua deriva settaria.

Anche se la giustizia ci nega di tornare in possesso della sua casa, costruita con l’aiuto e la solidarietà di diversi compagni muratori, continueremo a ritenerci moralmente proprietari di “casa Gaby” e continueremo a denunciare ciò che riteniamo un sopruso da parte del PC. E sono sicuro che in molti, nel locarnese e non solo, la penseranno come noi.

Norberto Crivelli

già Segretario del Pdl

già Presidente del PSdL


Data

Title: Casa Gaby “rubata” legalmente.
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/23/casa-gaby-rubata-legalmente/
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Organization: admin
Date: October 23, 2018 at 05:10PM

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Saturday, 20 October 2018


Il Partito Operaio e Popolare sostiene il Collettivo R-ESISTIAMO, nato in aprile dall’unione fra persone residenti in Ticino dei più disparati orizzonti e le persone collocate in centri per richiedenti d’asilo nel Cantone. Grazie a questo incontro si sono potute scoprire e denunciare innanzitutto le degradanti condizioni in cui delle persone sono collocate nel centro della protezione civile di Camorino, ma siamo intervenuti anche contro i tentativi di rimpatri forzati di famiglie monoparentali, allargando così la nostra critica dalla cattiva gestione cantonale delle soluzioni abitative per i richiedenti d’asilo a più in generale la politica migratoria ticinese, che si basa su principi totalmente sbagliati, come il razzismo, l’isolamento e lo sfruttamento.

La Croce Rossa e i responsabili cantonali della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie non hanno però mai voluto considerare le critiche presentate in forme ed istanze diverse. Ma, anzi, hanno optato per la repressione e la calunnia di noi contestatari per mano delle forze dell’ordine e di alcuni media. Basti ricordare l’intervento massiccio nel bunker di Camorino nello scorso luglio e la recente violenza perpetuata dalla polizia ai danni di militanti del collettivo durante la presentazione a Chiasso, nonché la tolleranza dei metodi violenti del municipale leghista di Coldrerio, ma si devono anche aggiungere le pressioni che alcuni militanti con permesso F ricevono nei centri.

Il collettivo R-ESISTIAMO, così come noi del POP, non temiamo le intimidazioni, ma prendiamo ulteriore slancio da queste provocazioni. Negli ultimi mesi abbiamo dunque reso visita al centro della Croce Rossa di Cadro, a quello di Paradiso e al Bunker di Camorino. Il 27 ottobre il Partito Operaio e Popolare sarà presente alla manifestazione antirazzista di Bellinzona con lo slogan “solidarietà con chi subisce, lotta a chi opprime”.

Noi del Partito Svizzero del Lavoro / Partito Operaio e Popolare (PsdL/POP) ci battiamo da sempre nei diversi Cantoni per una politica migratoria inclusiva e che consideri i Diritti Umani, ed in particolare il diritto ad una vita dignitosa, al lavoro, alla formazione e allo svago per tutte e tutti senza distinzione.

La Svizzera, così come tutti i paesi d’Europa, è confrontata con l’arrivo di milioni di persone in fuga da guerra, sete, fame, disastri ecologici, nonché da dittature o da paesi in crisi economica per volontà dell’imperialismo. Questo flusso migratorio è dunque direttamente causato dallo sfruttamento delle persone e dell’ambiente che le multinazionali occidentali perpetuano in quei territori e dalle guerre condotte dai paesi europei e nord-americani, volte a creare la destabilizzazione necessaria per potersi accaparrare le risorse e togliere la sovranità ai popoli esclusi dalla autoproclamata “comunità internazionale”.

In questo contesto l’Europa, dominata dalla politica dell’Unione Europea, ha risposto in modo unanime, la migrazione è diventata una questione militare. I flussi migratori di donne e uomini che si lanciano in rischiose traversate del deserto e del mare Mediterraneo, nelle quali quotidianamente perdono la vita, sono repressi con la forza delle armi. La politica migratoria siglata negli accordi di Schengen e Dublino si sta realizzando con avamposti militari europei in Africa, a partire dalle colonie spagnole di Ceuta e Melilla fino ai nuovi centri di prigionia in Libia. Un secondo muro è retto alle frontiere esterne partendo con la persecuzione al largo delle coste del Mediterraneo, tra le altre con l’Operazione denominata Sophia e i centri di detenzione dove chi sbarca viene imprigionato e schedato e sempre più spesso rimpatriato. Un terzo muro rimane quello nazionale, ossia dei limiti alla libertà di circolare all’interno dell’Ue, che in molti Stati va fino alla prigionia vera e propria per chi proviene dalla maggior parte dei paesi extra-comunitari senza un soldo in tasca, senza documenti e attende una procedura d’asilo.

La Svizzera nonostante le politiche Ue è confrontata con la forza di chi si muove per disperazione. Anche il governo del nostro paese fa da modello nella risposta in linea con quanto vuole l’Ue. Al contrario di quanto i media cercano di far credere, non è stata l’accoglienza, né tanto meno la messa in discussione dello strozzinaggio dei paesi del sud del mondo, a venir applicate, bensì delle leggi xenofobe (come la legge sull’Asilo, la legge sugli stranieri e l’Accordo di Dublino). L’attuale situazione è il risultato dell’inganno organizzato dalle potenti lobby UDC con campagne di marketing anti-stranieri fortemente razziste che da anni infestano il paese.

Noi comunisti in Svizzera affermiamo che non tutta la ricchezza svizzera è prodotta sul nostro territorio, di conseguenza, se dai territori derubati dalle multinazionali rossocrociate e martoriati dalle guerre degli imperi che il nostro governo appoggia, delle persone migrano per cercare un futuro migliore, non è ammissibile non accoglierle. Cercare di nascondere il fenomeno della migrazione è un atto di guerra del nord contro il sud.

A questa situazione la Confederazione, dominata dalle forze reazionarie, risponde con la classica retorica pseudo-umanitaria e non fa nemmeno il minimo necessario. Con i liberali-cristiani a negare la crisi economica, i socialisti a rivendicare un capitalismo più umano sotto l’egida dell’Ue e i comunisti divisi e continuamente ostacolati, la Svizzera ha il partito di estrema destra più forte tra tutti i paesi d’Europa: l’UDC. Fomentando paure assurde nella popolazione, portando avanti le politiche di “prima i nostri”, l’estrema destra affronta la crisi con la caccia allo straniero, per mascherare lo scontro di classe che esiste, anche all’interno del fenomeno della migrazione. L’Udc e la Lega occupano il ruolo dell’opposizione “di” sistema e non “al” sistema, come invece facciamo noi del POP assieme a tutte quelle forze sociali che costituiscono un fronte d’opposizione al sistema razzista, classista e capitalista.

Il PS è al Governo da molti anni, e anche in questo caso non si può certo salvarne l’operato. La politica migratoria svizzera in sostanza è fatta dai più forti e per fomentare una guerra tra i poveri, utile unicamente alla divisione dei lavoratori, anche con una socialista alla testa del dipartimento federale. La Svizzera è tra i paesi più solerti nei rimpatri Dublino (verso il primo paese Ue in cui le persone migranti vengono registrate con le impronte digitali), ma anche verso il paese d’origine e in modo coatto (con i cosiddetti “voli speciali”). Le persone richiedenti l’asilo subiscono procedure infinite, per anni dall’entrata in Svizzera vivono nell’incertezza. I centri per richiedenti l’asilo non sono altro che prigioni, in particolare i bunker e i centri in cui sono costrette le persone che attendono il rimpatrio. In generale la maggioranza degli alloggi temporanei sono senza privacy, con condizioni igieniche pessime, alimentazione scadente, molto spesso non garantiscono le minime condizioni necessarie per la salute psico-fisica e le attività di svago, mentre il diritto al lavoro è quasi sempre negato.

In Ticino, dove è un partito di estrema destra ad avere la maggioranza relativa, e intorno al quale girano tanti altri partiti accondiscendenti, l’applicazione delle leggi federali viene fatta con inquietante zelo quando si tratta di reprimere e senza alcuna considerazione per i diritti umani fondamentali

Noi rivendichiamo, come già abbiamo fatto il 16 giugno a Berna, un cambio radicale nella politica migratoria svizzera:

Basta all’esclusione, ai centri di detenzione ai rinvii forzati – SI alla libertà di movimento 

Basta alle punizioni e agli alloggi come prigioni – SI a dei luoghi di vita aperti e vicini alla popolazione.

Basta alla repressione e molestie della polizia – SI alla regolarizzazione di tutti i sans-papiers.

Basta ai rinvii Dublino – SI a un vero diritto d’asilo in Svizzera e in Europa

Basta alle politiche d’austerità – SI a una vita degna per tutte e tutti, basta al saccheggio dei paesi del Sud.

Basta con la criminalizzazione della solidarietà – SI ad una società aperta, impegnata e coraggiosa


Data

Title: Tutti e tutte alla manifestazione contro il razzismo del 27 ottobre
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/20/tutti-e-tutte-alla-manifestazione-contro-il-razzismo-del-27-ottobre/
Source:
Organization: admin
Date: October 20, 2018 at 09:42AM

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Thursday, 18 October 2018


Interpellanza di Denis de la Reussille, Consigliere Nazionale, del 30 settembre 2018.

Ristrutturazione di FFS Cargo con la scure.

La scorsa primavera, la direzione di FFS Cargo ha annunciato un programma di ristrutturazione che prevedeva la soppressione di 800 posti di lavoro entro il 2023.

Secondo la direzione di FFS Cargo, la ristrutturazione sarà effettuata a tappe, le Montagne neocastellane, il Giura, il Giura bernese e l’Oberland bernese sono le prime regioni prese in esame in vista di una riduzione dell’offerta e dei posti di lavoro. A oggi, gli annunci della direzione di FFS Cargo sono più che allarmanti. Più che di una ristrutturazione, si tratta di un reale smantellamento dei posti di servizio che è annunciato per le prossime settimane. Tali decisioni, una volta di più, sono prese senza una reale concertazione e potrebbero avere delle conseguenze drammatiche per le regioni concerte, sia sul piano economico sia sul piano ambientale.

Un primo esempio per illustrare tale realtà, la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti per l’Arco giurassiano (cantoni di Neuchâtel, Berna, Giura e Vaud) trasporta ogni anno 45’000 tonnellate di rifiuti con la ferrovia, evitando così il passaggio di più di 4’500 camion su una rete stradale già satura. Tale strategia d’utilizzazione della ferrovia è coerente e si basa su una visione globale e a lungo termine, rispondendo agli interessi superiori della popolazione. Eppure, essa non può essere continuata in un contesto che non assicuri la stabilità e la sicurezza delle condizioni quadro indispensabili.

A proposito di un’altra attività economica, concernente il carico e il trasporto del legname, si fanno sentire delle profonde inquietudini negli ambienti dei proprietari forestali e delle aziende selvicoltrici. Anche qui le decisioni prese da FFS Cargo potrebbero penalizzare in modo significativo la filiera del legno della nostra regione, filiera già fragilizzata da diversi anni. Per fare un esempio, i costi maggiori derivanti dalla chiusura di alcuni punti di carico sono stimati in 6 fino a 7 franchi per metro cubo. Secondo la direzione di FFS Cargo, l’Arco giurassiano è la prima regione analizzata, e le altre regioni svizzere dovrebbero seguire nei prossimi anni. Sulla base degli esempi citati, il Consiglio federale pensa di intervenire vigorosamente presso la direzione di FFS Cargo per mantenere un servizio di qualità in tutte le regioni del nostro paese, garantendo così le condizioni quadro indispensabili per l’ambiente e per l’economia ?

Denis de la Reussille (PST-POP)

24.09.2018


Data

Title: Ristrutturazione di FFS Cargo con la scure.
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/18/ristrutturazione-di-ffs-cargo-con-la-scure/
Source:
Organization: Leonardo Schmid
Date: October 18, 2018 at 10:37PM

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Sunday, 14 October 2018


Per scaricare il formulario clicca qui POP-PDL-Referendum-RFFA-ListeSignatures-IT

RFFA: un regalo esplosivo!

Lo scorso 17 settembre il Parlamento federale ha approvato la legge sulla riforma fiscale e finanziamento dell’AVS (RFFA), con l’appoggio delle forze politiche di centro e centro-destra presenti in Parlamento. Questa riforma nasce dalla bocciatura alle urne della riforma impositiva della aziende (RIE3) e della riforma dell’AVS (PV2020), sin dall’inizio combattute dal Partito operaio e popolare sul piano nazionale e cantonale.

Ora, questa riforma lega i due temi, prevedendo dunque da una parte un ulteriore finanziamento delle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori, che dipende però dall’accettazione di diversi strumenti fiscali che porterebbero a concessioni miliardarie alle più grandi aziende presenti nel nostro territorio.

Si tratta dunque di un vero e proprio ricatto, poiché non esiste nessun legame logico fra la salute finanziaria del primo pilastro, non critica tra l’altro, e la tassazione degli utili delle grandi aziende.

Noi del Partito operaio e popolare siamo certamente contro l’abolizione delle aziende a statuto speciale, devastanti sul piano finanziario e sociale per lo Stato, e anche per il rafforzamento del primo pilastro, vera previdenza sociale e solidale delle lavoratrici e dei lavoratori, ma non tolleriamo che queste riforme servano come giustificazione di ulteriori regali miliardari per i soliti privilegiati. Poiché le misure contenute nella RFFA creeranno buchi miliardari nelle casse dello Stato e indeboliranno automaticamente la portata dello stato sociale e dei servizi pubblici.

Le proposte sul piano finanziario della RFFA prevedono infatti tutta una serie di strumenti, tra i quali il controverso Patentbox, che, secondo Urs Schaffer, direttore delle imposte della città di Bienne, permetterebbero alle aziende di dedurre fino al 70% delle loro tasse, laddove oggi ne pagano il 100%.

Queste misure sono dunque l’ennesimo risultato della maggioranza di un Parlamento che lavora unicamente per le grosse aziende presenti in Svizzera, imprese che provocano importanti costi esternalizzati verso la comunità e che, secondo una recente ricerca, sono coinvolte quasi una volta al mese in violazioni dei diritti umani o degli standard ambientali all’estero.

Con queste misure si fomenterebbe inoltre un’ulteriore corsa al ribasso del gettito fiscale, creando concorrenza sia sul piano internazionale, a scapito delle già deboli entrate fiscali dei paesi del Sud, che sul piano inter-cantonale, favorendo i grossi agglomerati e quei piccoli cantoni che fungono da paradisi fiscali.

Sul rifinanziamento dell’AVS, noi del Partito operaio e popolare non riteniamo problematico lo stato finanziario del Primo pilastro, le cui casse godono tutto sommato di una buona salute. Basterebbe però creare gli strumenti necessari per garantire una giusta parità salariale fra uomo e donna, per vedere entrare nelle casse dell’AVS svariati milioni di franchi. Inoltre, le misure proposte per il rifinanziamento colpiscono per la maggior parte direttamente i salari delle lavoratrici e dei lavoratori a basso reddito, andando ad erodere ulteriormente il loro potere d’acquisto.

La RFFA non è dunque altro che un regalo esplosivo, nel quale troviamo da una parte il furto legalizzato delle ricchezze prodotte dalle lavoratrici e dai lavoratori in Svizzera e all’estero, e dall’altra quello che vorrebbe essere un compenso riparatore per le pensioni dei cittadini, ma che non è altro che uno strumento sleale per indorare la pillola.

Nel Partito operaio e popolare abbiamo lavorato sin dall’inizio alla costruzione di un’ampia coalizione di sinistra sul piano nazionale e cantonale contro la RFFA, ed è per questo che sosteniamo attivamente la raccolta firme per il Referendum lanciato il 6 ottobre a Berna.

Per queste ragioni vi invitiamo dunque a firmare il referendum e ad annunciarci le vostre disponibilità per partecipare ai vari momenti di raccolta firme che ci saranno in tutto il territorio ticinese.


Data

Title: Firma il referendum contro la RFFA: Fermiamo i regali per i ricchi!
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/14/firma-il-referendum-contro-la-rffa-fermiamo-i-regali-per-i-ricchi/
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Organization: admin
Date: October 14, 2018 at 06:32PM

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Ritrovo:Sabato 27 ottobre, ore 14.00, Piazzale Stazione, Bellinzona.

A Cadro, in un “centro di accoglienza”, una donna eritrea con i suoi/e due bambini/e, una delle quali in sedia a rotelle, viene prelevata alle 5 del mattino dalla polizia cantonale, ammanettata e portata in aeroporto a Zurigo per essere deportata a Brindisi.

A Camorino, da anni, decine di persone richiedenti l’asilo vivono ammassate in un bunker sotterraneo della Protezione Civile in condizioni agghiaccianti: cimici nei letti, sovraffollamento, aria soffocante che in estate arriva fino a 33 gradi, acqua giallastra, minacce e ritorsioni da parte degli agenti di sicurezza, della Croce Rossa e dei funzionari della Segreteria di Stato della Migrazione (SEM).

A Chiasso, alla stazione ferroviaria ogni giorno le guardie di confine continuano a mettere in atto una selezione razziale (racial profiling) delle persone in transito in dogana, fermando chiunque non rientri negli standard di “bianchezza”. A Balerna/Novazzano, la Confederazione vuole costruire un centro federale d’asilo per implementare la velocizzazione delle procedure d’asilo e le conseguenti espulsioni; un progetto di recinzioni di due metri e mezzo d’altezza dotate di filo spinato, perquisizioni all’entrata e all’uscita, videosorveglianza e celle di isola-mento…

Questi sono solo alcuni esempi della politica migratoria svizzera, che da una parte, ufficialmente, chiede a chi scappa da guerra e povertà di integrarsi in una società profondamente xenofoba, mentre dall’altra isola, criminalizza e rinchiude, fomentando di fatto isolamento e segregazione. Il Ticino, nello specifico, terra di confine e a predominanza leghista, è senza dubbio uno dei territori dove queste politiche si sperimentano e si costruiscono.

Un vero e proprio laboratorio d’avanguardia che trova terreno fertile in un contesto di chiusura e ostilità verso qualsiasi forma di diversità. Perché in Ticino si muore sui confini: a Brissago, Karan è ucciso da un poliziotto, a Balerna Diakité è folgorato su un vagone di un treno, a Maroggia D. annega nelle acque del lago. I media ufficiali, complici dell’avanzata delle destre in tutta Europa che hanno normalizzato le posizioni razziste anche più estreme, si rallegrano del “calo delle domande d’asilo” senza indagare sui perché di questa diminuzione, ossia degli accordi stipulati tra i governi europei e quelli di regimi dittatoriali in Turchia e Libia, al fine di rafforzare le frontiere esterne della fortezza Europa. Il governo del fascista Erdogan, in cambio della promessa di un’entrata nell’Unione Europea, e di milioni di euro, si è impegnato a rafforzare le proprie frontiere e a “farsi carico” di tutte le persone che nel loro viaggio verso l’Europa giungono sulle isole greche (territorio UE) e vengono deportate in Turchia, considerata dall’Europa come un “paese sicuro”. Per bloccare le entrate sulla rotta del Mediterraneo centrale invece, l’Unione Europea e la Svizzera collaborano con la Libia, rendendo ancora più difficile la traversata alle migliaia di persone che tentano la sorte su quella via, trasformando il mare in una vera e propria fossa comune.

La Svizzera collabora attivamente con le autorità libiche e ha messo 1 milione di franchi a disposizione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), destinato alla formazione e all’equipaggiamento delle guardie costiere libiche incaricate d’intercettare le imbarcazioni di migranti e di riportarlx in territorio libico, dove nei campi di internamento, il traffico di esseri umani, la tortura, gli stupri e le esecuzioni sono stati documentati a più riprese. I partiti politici e i mass media cercano di alimentare una guerra fra sfruttati/e, in cui la persona migrante è vista come una minaccia o una piaga che pesa “sulle tasche dei/delle contribuenti”. In realtà il regime migratorio svizzero è una macchina da soldi, i cui ingranaggi sono le aziende detentrici dei mandati che ne traggono enormi profitti e dove a rimetterci sono sempre e comunque le persone migranti. I proprietari delle strutture “d’accoglienza”, le agenzie di sicurezza come Securitas e Rainbow, chi si occupa degli alloggiamenti e dei lavori di pubblica utilità (pagati 3 franchi all’ora) come ORS, Caritas e Croce Rossa e tutti coloro che collaborano con questo sistema migratorio, lucrano sulle vite di queste persone. Se da una parte si alimenta il razzismo con il terrorismo psicologico, dall’altra c’è chi guadagna grandi cifre mascherando prigionia, sfruttamento e segregazione con la millantata accoglienza. Senza dimenticare chi rende possibile tutto questo scrivendo leggi e regolamenti disumanizzanti e che con un timbro decide del destino di altri esseri umani emanando decreti di “non entrata in materia”(NEM) e di espulsione: la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) e i partiti politici complici ed artefici della politica migratoria svizzera.

Bisogna contrastare questo sistema, le aziende che ne traggono profitto, chiunque voglia negare la libertà a ogni essere umano e cominciare a spezzare l’isolamento: parlare con le persone che vivono in questi centri potrebbe essere un inizio per rendersi conto di come funzioni realmente e creare in seguito lotte contro le frontiere, per la libertà di movimento e in solidarietà con le persone migranti.

Da sempre esistono esseri umani che migrano e quelli che oggi, nel sistema capitalista in cui viviamo, riescono a varcare le frontiere di un’Europa sempre più chiusa, fuggono dalle condizioni di vita intollerabili create dalla sete di potere di Stati e multinazionali, ossia guerre, saccheggio delle risorse e sfruttamento delle popolazioni. La storia ritorna, e oggi più che mai il fatto che la ricchezza di alcuni si fonda sullo sfruttamento di altrx è sotto gli occhi di chiunque abbia l’onestà di vedere. Il colonialismo non è un retaggio del passato, ma ha solamente cambiato faccia. Di fronte alle politiche migratorie svizzere ed europee che reprimono, segregano e uccidono, contro l’avanzata dell’estrema destra in tutta Europa, il razzismo diffuso sui media, fomentato nei discorsi dei politici e applicato attraverso le leggi dello Stato e in solidarietà con tutte le persone che vivono nei bunker e nei centri “di accoglienza” in Ticino e con chi un documento non ce l’ha, lanciamo una manifestazione antirazzista.
Scendiamo nelle strade e prendiamo posizione contro il razzismo e ogni sua frontiera! Bunker, espulsioni e luoghi di segregazione razziale: non ne vogliamo più!

 


Data

Title: CORTEO CONTRO LE FRONTIERE CONTRO OGNI RAZZISMO CONTRO OGNI ESPULSIONE CONTRO OGNI ISOLAMENTO
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/14/corteo-contro-le-frontiere-contro-ogni-razzismo-contro-ogni-espulsione-contro-ogni-isolamento/
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Organization: Leonardo Schmid
Date: October 14, 2018 at 06:22PM

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Sostenete la pace in Venezuela ! Finanziamo un posto per una lavoratrice/un lavoratore per la pace del COSI !

Lo scontro in Venezuela si sta aggravando. 45 anni dopo la destabilizzazione e il colpo di stato in Cile, la stessa dinamica imperialista minaccia il tentativo bolivariano di fare politica in un altro modo e di proporre delle idee socialiste.

Il boicotto dei paesi imperialisti peggiora fortemente i problemi già esistenti e il Partito Svizzero del Lavoro (PSdL-POP) s’impegna per la sua abolizione. La Svizzera deve normalizzare le relazioni con il Venezuela.

Il popolo venezuelano deve avere la possibilità di trovare la sua propria strada e la soluzione ai problemi d’ingerenza estera negli affari interni.

In questa grave situazione, il PSdL-POP ribadisce la sua solidarietà con il governo bolivariano e i suoi partner in questa lotta. In particolare, confermiamo saldamente il nostro sostegno al Partito Comunista Venezuelano (PCV) e alla sua lotta per la pace e un Venezuela socialista.

Vista la gravità della situazione, la lotta per la pace sembra essenziale sia per il PCV che per il PsdL-POP.

In Venezuela, il Comité de Solidariedad y Lucha por la Paz (COSI), membro del Consiglio Mondiale per la Pace, mira a consolidare i suoi sforzi in tutti e 24 Stati del paese attraverso delle strutture regionali. Per sostenere queste iniziative, il PsdL-POP e altre organizzazioni svizzere come il Movimento per la Pace lanciano una campagna di sostegno del COSI denominata: “Sostenete la pace in Venezuela ! Finanziamo un posto per una lavoratrice/un lavoratore per la pace del COSI !”

Per finanziare il posto di lavoro per un anno intero sono necessari 720 dollari.

Vi ringraziamo di fare le vostre donazioni sul conto del Partito Svizzero del Lavoro, CH02 0900 0000 1200 3363 3 menzionando la parola “COSI” come motivo di pagamento.


Data

Title: Sostenete la pace in Venezuela ! Finanziamo un posto per una lavoratrice/un lavoratore per la pace del COSI !
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/14/sostenete-la-pace-in-venezuela-finanziamo-un-posto-per-una-lavoratrice-un-lavoratore-per-la-pace-del-cosi/
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Organization: admin
Date: October 14, 2018 at 05:53PM

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Opponiamoci agli aumenti infiniti dei premi di cassa malati!

La salute è un diritto, vogliamo una sanità pubblica e uguale per tutte e tutti!

Manifestazione di protesta

Sabato 17 novembre 2018 – ore 16.00

BELLINZONA – Piazzale della Stazione FFS

La LAMal, malgrado l’intento di garantire a tutti e tutte un’assicurazione sanitaria è nata con importanti difetti strutturali: premi uguali per tutti (multimilionario o impiegato pagano lo stesso premio), la gestione privata delle assicurazioni malattia e il principio secondo cui per contenere i costi della salute ci vuole concorrenza nel settore.

La LAMal ha dimostrato che il mercato e i privati non possono offrire un sistema sanitario accessibile in maniera equa, che faccia diminuire i costi garantendo un buon livello di cure per tutti. I suoi ideatori, seguendo la dottrina neoliberale, pensavano di ridurre i costi per cittadini e per lo Stato, la realtà è invece ben diversa.

Dall’introduzione della LAMal i premi sono in media aumentati di quasi il 150% (cioè il doppio dell’aumento generale dei costi della salute) ciò che comporta per la grande maggioranza dei salariati una netta diminuzione del reddito disponibile. Inoltre Confederazione e cantoni hanno progressivamente diminuito i sussidi ai premi nell’ordine di almeno mezzo miliardo all’anno.

Le successive revisioni della LAMal hanno sfruttato l’impostazione di un’economia di mercato liberista peggiorandola ulteriormente, introducendo tra l’altro il finanziamento delle cliniche private (che in Ticino pesa per oltre 130 milioni all’anno sul budget del cantone), e il finanziamento all’atto (i famosi DRG) del settore degente. Tutto questo provoca un peggioramento delle condizioni di lavoro del personale e del trattamento dei pazienti, che vengono dimessi spesso troppo presto.

Ricordiamoci inoltre dell’esclusione dalla garanzia di avere un trattamento ottimale di coloro che non pagano i premi dell’assicurazione malattia. Si è rafforzata una medicina a più velocità: partendo da quella per i ricchi fino a chi non ha più diritto all’assicurazione sanitaria.

Non meraviglia quindi che tutti i sondaggi indichino come l’aumento continuo dei premi di cassa malati rappresenti oggi la prima preoccupazione per gli abitanti del nostro paese.

La situazione non è più né tollerabile né riformabile e la LAMal va radicalmente modificata.

Le nostre richieste principali sono:

  • Introduzione immediata di una moratoria che impedisca l’aumento dei premi di cassa malati;

  • Creazione di una cassa malati unica, pubblica e finanziata con premi proporzionali al reddito e alla sostanza;

  • Abolizione delle sovvenzioni alle cliniche private, utilizzando queste centinaia di milioni per aumentare, a titolo transitorio e in attesa del cambiamento di sistema, i sussidi al pagamento dei premi;

  • Controllo del costo dei farmaci, richiedendo che il Consiglio federale usi anche l’arma delle licenze obbligatorie per ottenere farmaci generici anche quando il farmaco originale è ancora protetto dai brevetti;

  • Verifica di qualità delle cure per eliminare le molte prestazioni che non servono minimamente ai pazienti, ma solo al portafoglio dei prestatori d’opera.

ForumAlternativo – Gioventù Comunista – Gioventù Socialista – Movimento per il Socialismo – Partito Comunista – Partito Operaio Popolare – Partito Socialista – UNIA – Unione Sindacale Svizzera – Verdi del Ticino

 


Data

Title: La salute è un diritto, vogliamo una sanità pubblica e uguale per tutte e tutti! Manifestazione di protesta, Opponiamoci agli aumenti infiniti dei premi di cassa malati!
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/14/la-salute-e-un-diritto-vogliamo-una-sanita-pubblica-e-uguale-per-tutte-e-tutti-manifestazione-di-protesta-opponiamoci-agli-aumenti-infiniti-dei-premi-di-cassa-malati/
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Organization: admin
Date: October 14, 2018 at 05:41PM

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Thursday, 4 October 2018


Interpellanza di Denis de La Reussille (consigliere nazionale PSdL/POP)

Le condizioni di detenzione dei prigionieri palestinesi nelle prigioni israeliane sono simili alle celle di massima sicurezza e rappresentano un’umiliazione quotidiana. Vi è una chiara volontà di frantumare questi uomini, queste donne e questi ragazzi. La prova è che nel 2017 questi detenuti per dare voce alle loro rivendicazioni hanno fatto uno sciopero della fame di 41 giorni. Va sottolineato il fatto che centinaia di ragazzi sono rinchiusi nella totale illegalità nelle prigioni di Israele, ciò che è completamente contrario alle Convenzioni di Ginevra. Questi ragazzi sono stati arrestati arbitrariamente. Alcune testimonianze provano che essi hanno subito forti maltrattamenti con ogni sorte di minaccia e intimidazione, sono rinchiusi per mesi senza motivo alcuno e ai loro famigliari sono proibite le visite.

E’ ampiamente riconosciuto che il deputato Marwan Barghouti, in prigione da 17 anni sarebbe l’unica personalità palestinese che ha la credibilità presso il suo popolo per lanciare eventualmente un processo di pace più che moribondo, in particolare a causa della continua politica di insediamento di colonie in Cisgiordania e di persone totalmente illegali.

Per questi motivi, domandiamo al Consiglio federale di rispondere alle seguenti domande.

1 – Il nostro Paese, sede della Croce Rossa Internazionale e depositario delle Convenzioni di Ginevra, si occupa a proposito delle condizioni di detenzione dei prigionieri politici nelle prigioni israeliane?

2 – Qual è la posizione del Consiglio federale concernente l’atteggiamento della Croce Rossa che dall’anno scorso ha annullato unilateralmente una delle due visite al mese, autorizzate e per le quali è incaricato del trasporto delle famiglie, dal momento che i prigionieri sono nelle prigioni in Israele mentre le Convenzioni di Ginevra vietano all’occupante di detenere prigionieri sul proprio territorio?

3 – La Croce Rossa Internazionale, come sembra, ha invocato ragioni finanziarie per annullare due visite delle famiglie dei prigionieri; in questo caso, la Svizzera sarebbe pronta a partecipare al finanziamento di queste visite?

4 – La Svizzera non dovrebbe impegnarsi in modo attivo per la liberazione del deputato palestinese Marwan Barghouti, ampiamente riconosciuto come una delle personalità palestinese capace di unire il popolo della Palestina e rilanciare il processo di pace, malauguratamente lasciato all’abbandono?


Data

Title: La situazione nelle prigioni israeliane
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/10/04/la-situazione-nelle-prigioni-israeliane/
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Organization: admin
Date: October 04, 2018 at 07:57PM

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Monday, 24 September 2018


Elezioni cantonali 2019 MPS – POP – Indipendenti per una lista di opposizione anticapitalista

MENDRISIO, Giovedì 27 Settembre, Centro Giovani, v. Franscini 1, ore 20.15

LOCARNO, Giovedì 4 Ottobre, Spazio Elle, pza G. Pedrazzini 12, ore 20.15

BELLINZONA, Giovedì 11 Ottobre, c/o sede MPS, vle Portone 11, ore 20.15

LUGANO, Mercoledì 17 Ottobre, Canvetto Luganese, v. Simen 14, ore 20.15

BIASCA , Mercoledì 24 Ottobre, Trattoria vecchio borgo, v. Canton Zoc , ore 20.15

Lo scorso mese di giugno MPS-POP-Indipendenti avevano promosso una serie di assemblee regionali aperte a tutte e a tutti coloro che condividevano la proposta di costituire, in vista delle elezioni cantonali del prossimo aprile 2019. Obiettivo di questi incontri era presentare le ragioni della presentazione di questa prospettiva. In particolare l’idea della necessità e dell’utilità di accompagnare il decisivo intervento sul terreno sociale ad una chiara e qualificata presenza istituzionale che potrebbe aiutare (certamente non sostituire) la mobilitazione sociale.

Si tratterà di una lista di opposizione che cercherà di mettere al centro i temi dell’indipendenza e dell’opposizione delle salariate e dei salariati, delle e dei giovani, delle pensionate e dei pensionati rispetto alle politiche neoliberali dei governi, siano essi governi nazionali o sovranazionali (UE), cantonali o locali.

Vogliamo ora concretizzare, sulla base di queste idee di fondo, le indicazioni che sono venute da quegli incontri, così come dalle discussioni e dalle questioni politiche emerse negli scorsi mesi. Pensiamo, in particolare, alla necessità di rilanciare, durante la nostra campagna elettorale, temi fondamentali quali quelli posti dal movimento delle donne che, attorno a mobilitazioni locali e nazionali, sta contestando la logica del capitale, legando oppressione sociale e oppressione di genere; o, ancora, pensiamo alla lotta per la difesa del valore industriale, produttivo e sociale rappresentato dall’Officina di Bellinzona che governo cantonale e città di Bellinzona vorrebbero, di fatto, liquidare; o ancora ai ripetuti attacchi alle condizioni di lavoro e di reddito in tutti i settori, attraverso la rimessa in discussione delle regolamentazioni (già poche) esistenti, la liberalizzazione ulteriore del mercato del lavoro, la privatizzazione del servizio pubblico, il rifiuto di mettere in atto quei provvedimenti per controllare il mercato del lavoro e promuovere la lotta al dumping; infine, ma non da ultimo, la necessità di difendere i diritti di tutte e di tutti, sempre più minacciati da una politica autoritaria.

Per discutere di tutto questo (e di altre questioni), per riflettere su come trasformarli in temi centrali di una campagna elettorale, per avviare le prime procedure concrete per la formazione di liste elettorali aperte a tutte e tutti coloro che vogliono impegnarsi attivamente, abbiamo pensato di organizzare nuovamente degli incontri regionali con il programma che trovi in questa pagina.

Vogliamo costituire dei comitati di sostegno alla lista MPS-POP-Indipendenti alle prossime elezioni cantonali. Abbiamo bisogno del sostegno di tutte e tutti. Se sei disponibile a sostenerci e a partecipare alle nostre attività annunciati subito scrivendo a mps.ti@bluewin.ch oppure a pop.ticino@gmail.com


Data

Title: Assemblee locali in sostegno alla lista MpS-POP-Indipendenti
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/09/24/assemblee-locali-in-sostegno-alla-lista-mps-pop-indipendenti/
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Organization: admin
Date: September 24, 2018 at 10:46PM

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Feedback della giornata di sabato 8 settembre

Grazie a chi ha partecipato!
Sabato 8 settembre ci siamo riunite in più di 60 a Bellinzona con l’obiettivo di cominciare a discutere, riflettere insieme e organizzarsi in vista del previsto sciopero delle donne del 14 giugno 2019. Questo incontro è stata l’opportunità per affrontare alcune tematiche che ancora oggi riguardano la nostra vita di donne: il lavoro salariato e riproduttivo, la violenza, l’immigrazione, gli stereotipi e il sessismo e la partecipazione alla vita politica. Un’occasione per ribadire che malgrado l’approvazione, 37 anni
fa, di un articolo costituzionale sull’uguaglianza e l’entrata in vigore 22 anni fa di una legge sulla parità dei sessi, la nostra situazione non è migliorata. I nostri salari e le nostre pensioni sono ancora più basse di quelle degli uomini, spesso miserabili. Se lavoriamo a tempo parziale, è perché ci facciamo carico dei due terzi del lavoro domestico, educativo e di cura: le pulizie, la cucina, il bucato, i figli e le figlie, i nipoti, i famigliari malati o anziani. Questo lavoro, senza il quale la Svizzera non funzionerebbe, non è
retribuito, ma genera della ricchezza. Questo lavoro deve essere valorizzato! Siamo ancor vittime del sessismo e di qualsiasi forma di violenza. Parità significa vivere senza paura di essere aggredita, lavorare senza timore di essere molestata, tornare a casa senza l’angoscia di essere maltrattata. Rispettare il nostro corpo, le nostre vite,significa mettere termine tutte le violenze fatte alle donne e riconoscere il nostro diritto di decidere in modo autonomo e per
noi stesse.

Unite verso lo sciopero del 14 giugno 2019!

Vogliamo una società fondata sull’uguaglianza e la solidarietà, senza discriminazioni, senza sessismo e senza violenza verso le donne, indipendentemente dal colore della nostra pelle, dalla nostra cultura, origine o religione, dal nostro passaporto, dal nostro orientamento o identità sessuale, dalla nostra età o dal nostro statuto.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di aderire allo sciopero del 14 giugno 2019.
Vorremmo organizzare uno sciopero globale: sul luogo di lavoro e a casa. Un momento al quale ognuna di noi potrà partecipare secondo le sue possibilità: fermarsi un momento o per tutto il
giorno, far disordine invece che ordine, occupare lo spazio pubblico di giorno e di notte!

Prossimi appuntamenti

Abbiamo anche pensato di organizzare una serie di appuntamenti da qui al 14 giugno per continuare questo percorso insieme e approfondire la nostra riflessione e elaborazione delle rivendicazioni dello sciopero, ogni 8 del mese…

8 ottobre 2018: lo sciopero delle donne tra storia e attualità
8 novembre 2018: lavoro retribuito e non retribuito delle donne
8 dicembre 2018: le donne nello spazio pubblico
8 gennaio 2019: le tante forme della violenza alle donne
8 febbraio 2019: migrazione, razzismo e sessismo

Modalità, forme e contenuti precise di questi incontri verranno discussi tutte insieme. Per fare questo ci troveremo una prima volta mercoledì 26 settembre alle 19.00 al Biblio-Café Tra l’Altro a Lugano.

Vogliamo coinvolgere il maggior numero possibile di donne e di associazioni per la riuscita dello sciopero.
Partecipate numerose!

Collettivo Io l’8 ogni giorno


Data

Title: Collettivo Io Lotto – Stay Tuned! Prossimi appuntamenti Unite verso lo sciopero delle donne
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/09/23/collettivo-io-lotto-stay-tuned-prossimi-appuntamenti-unite-verso-lo-sciopero-delle-donne/
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Organization: admin
Date: September 23, 2018 at 11:21PM

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Ha avuto inizio la raccolta di firme dell’iniziativa che propone la neutralità dello Stato del Canton Ticino di fronte alle Chiese.

Lo Stato laico non è la negazione delle religioni ma è sinonimo di rispetto di ogni credo religioso e di ogni ideologia, quindi di ogni convinzione. Essere per uno Stato laico non significa essere anticlericale ma essere a favore della piena indipendenza di pensiero di tutte le cittadine e di tutti i cittadini. Lo Stato laico è altamente democratico perché considera tutte e tutti allo stesso livello, senza elargire fondi e sostegno a taluni e non ad altri.

La laicità non è infatti fine a se stessa ma diventa strumento di rispetto delle culture di tutte e tutti, della loro libertà individuale.

In uno Stato laico, la scuola è pure laica, neutrale di fronte alle religioni. E’ una scuola veramente pluralista perché non vi sono differenze tra coloro che frequentano l’ora di religione e chi non le frequenta. Questa scuola rende più facile il percorso delle giovani e dei giovani verso una società più tollerante. La democrazia, la giustizia sociale e la parità delle persone di fronte alle istituzioni si costruiscono con maggior determinazione e nel pieno dei loro valori in uno Stato laico.

L’iniziativa va sostenuta perché non minaccia nessuna e nessuno ma sancisce il rispetto di tutte e tutti.

Scarica il formulario per la raccolta firme

Vai al sito dell’iniziativa


Data

Title: Sostegno all’iniziativa cantonale “Ticino laico”
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/09/23/sostegno-alliniziativa-cantonale-ticino-laico/
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Organization: admin
Date: September 23, 2018 at 11:06PM

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Sunday, 23 September 2018


Il Comitato Centrale del Partito Svizzero del Lavoro – Partito Operaio e Popolare (PsdL-POP) a approvato all’unanimità il referendum contro il Progetto Fiscale 17 (PF17) durante la seduta del 15 settembre a Berna. Già da fine maggio il PsdL-POP giudicava la proposta di unire la riforma dell’imposizione delle aziende con la riforma dell’AVS come un “mercanteggiamento politico” e la rifiutava principalmente per le ragioni seguenti:

Come per la riforma fiscale delle aziende III (RIE III), il PsdL-POP continua a rifiutare qualsiasi riforma fiscale delle aziende che abbia per obiettivo fare dei regali fiscali alle aziende. Per il Psdl-Pop- La riforma deve inveitabilmente generare più entrate per la Confederazione, i cantoni e i comuni, ciò non è il caso per il PF17, tutto il contrario!

– Sui 2,1 miliardi di franchi svizzeri che andranno all’AVS 600 milioni dovranno essere pagati dai lavoratori e le lavoratrici attraverso l’aumento dei contributi sociali di 0,15 percento. Il PsdL-POP rifiuta categoricamente che i lavoratori dovrebbero tirar fuori miliardi dalla proprie tasce per compensare i regali fiscali per le aziende. Come per il PV2020 il PsdL-POP lotterà contro ogni peggioramento del sistema penionistico.

In materia di previdenza vecchiaia il PsdL-POP ricorda che nel corso degli ultimi decenni è diventato sempre più evidente che la previdenza professionale fondata sui fondi pensione privati (secondo pilasto) non offre sicurezza ad ampi settori della popolazione. Il capitale risparmiato dipende anche dalle fluttuazioni e le tendenze speculative dei mercati finanziari. Gli oltre 900 miliardi di franchi accumulati in capitale dalle diverse casse pensione sono fragili e costosi nella gestione. Il sistema a ripartizione dell’AVS, con il quale sono finanziate le rendite attraverso i contributi sociali è totalmente diverso.

Per questa ragione il PsdL-POP auspica il rafforzamento e l’estensione dell’AVS, prima di tutto integrando la parte obbligatoria del secondo pilatro nel nell’AVS (primo pillastro). Inoltre le rendite AVS devono aumentare sensibilmente. La nostra Costituzione federale stipula già oggi che la Confederazione “prende provvedimenti per una previdenza sufficiente in materia di vecchiaia, superstiti e invalidità. e che “le rendite devono coprire adeguatamente il fabbisogno vitale”. Per evitare che queste parole non restino lettera morta, l’iniziativa del PsdL-POP definisce una pensione minima di 4’000 fr. .

Durante tutta la sua storia il Partito Svizzero del Lavoro – Partito Operaio e Popolare ha difeso i principi di una previdenza AVS solidare e trasparente. Bisogna ritornare sulla strada della lotta per un sistema pensionistico durabile.

Partito Svizzero del Lavoro – Partito Operaio e Popolare

19 settembre 2018


Data

Title: Il PSdL-POP sostiene il referendum contro la Proposta Fiscale 17.
Link: http://www.pop-pdl.ch/wordpress/2018/09/23/il-psdl-pop-sostiene-il-referendum-contro-la-proposta-fiscale-17/
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Organization: admin
Date: September 23, 2018 at 10:37PM

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